Ormai usiamo i nostri profili social per fare di tutto: conoscere persone nuove, ritrovare vecchi amici, sfogarsi, chiedere e rispondere, rendere partecipi i nostri contatti di ciò che facciamo, subiamo, mangiamo… Su un profilo social c’è di tutto – tutto ciò che vogliamo che gli altri sappiano di noi, ovviamente – e spesso ci troviamo DAVVERO TUTTO!

Anche sui profili di chi scrive si trovano post che riguardano la vita degli autori, le loro idee, i progetti e molte volte si trovano gli incipit delle loro opere.

Trovo questa cosa molto bella da offrire a chi frequenta i nostri profili e le nostre pagine autore, anch’io qualche volta lascio qualche frase tratta dai miei libri. Ciò aiuta i lettori a capire il modo in cui scriviamo, il genere trattato, il tutto correlato di link per l’acquisto.

Ma cosa accade quando l’incipit – o l’estratto – è di un libro ancora da finire di scrivere? Magari ne abbiamo scritte solo cinque o dieci cartelle?

L’emozione di aver iniziato un nuovo romanzo è tale che ci riversiamo su Facebook a riportarle subito, quindi stiamo buttando in rete un brano il più delle volte scritto di getto, non editato, facente parte di una storia neanche conclusa e che, da qui che il libro sia finito, è possibile che godrà di cambiamenti, stravolgimenti e altre correzioni.

Dunque, abbiamo appena postato un estratto che potrebbe anche ricevere critiche spietate; ci giustificheremo tra i commenti dicendo che è una bozza, che il libro è appena iniziato, che dovrà essere riguardato e altre cose che non placheranno certo gli animi di chi ci ha appena ritenuti degli incapaci.

Premettendo che il mondo della Scrittura non è esente da competizioni tra scrittori, beta reader, editor, per non parlare di quelle “losche figure” che si dichiarano ciò che non sono – le troviamo anche in altre realtà della vita – ritengo che talvolta dovremmo tenere a freno la nostra irruenza, dedicarsi alla nuova creatura, e solo quando molte delle cose che un manoscritto necessita sono state effettivamente fatte, postare l’incipit da dare in pasto alla rete; magari accompagnato dal titolo che nel frattempo è stato deciso insieme all’editor o alla casa editrice, il nome di quest’ultima e altre cose che ne diano una parvenza di progetto stabile e prossimo, e non di trafiletto estemporaneo, partorito dopo una notte insonne.


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